Etichettato: Insetti
War of the roses: la spettacolare vita degli afidi
Salve, sono sempre il vostro Francesco Lami. Ultimamente Il Volo del Dodo sembrava essersi estinto al pari della sua controparte nel mondo reale, a causa del fatto che Andrea è impegnato nel suo dottorato e io ero impegnato a non ottenerne uno. Ma se Jurassic Park ci ha insegnato qualcosa, è che l’estinzione non è per sempre (anche se, visto Jurassic World, forse quella particolare saga cinematografica faceva meglio a rimanere estinta)

Ho un ricordo molto vago di questo film. Alla fine vinceva la formica o la crisopa? Immagine modificata da Francesco Lami.
A costo di reiterare una tremenda banalità, certe volte non c’è bisogno di spingersi in giungle inespugnabili per ammirare creature strane ed esotiche. Animali bizzarri e interessanti spesso vivono molto vicino a noi, nelle nostre città e nei nostri giardini; passano inosservati perché sono molto piccoli, o perché vengono dati per scontati, ma se ci si sofferma si scoprirà un mondo multiforme e variopinto, che in confronto Pandora sembra 50 sfumature di grigio – La versione letterale. Si prenda ad esempio una siepe di rose, come possono essercene tante a scopo ornamentale.
Le coccinelle balzano subito all’occhio, anche perché ho un bias tremendo nei loro confronti visto che le studio. Ce ne sono molte specie, fra cui la più nota al grosso pubblico è Coccinella septempunctata, dalle elitre rosso fuoco a macchie nere. Difficile a crederlo, ma gli orrendi sgorbi neri e bozzuti che strisciano poco distante dalla nostra coccinella appartengono alla stessa specie: tutte le coccinelle, per quanto variopinte siano da adulte, cominciano la vita sotto forma di larve, generalmente nere e non altrettanto popolari, anche se non credo che sia una questione razziale in questo caso. Poco distante dalla nostra coccinella a sette punti, comunque, ecco Harmonia axyridis, la coccinella arlecchino, che i veri fedeli del blog hanno già incontrato. Questa specie invasiva originaria dell’Asia si presenta in una grande varietà di forme e di colori piacevoli alla vista, ma non è certo amica delle nostre coccinelle autoctone, per cui rappresenta un competitore e a volte anche un predatore.
Spostando la nostra attenzione in un altro punto della nostra rosa immaginaria, ci imbattiamo in una larva verde e grassoccia, con l’estremità anteriore appuntita: è la larva di un sirfide. Queste mosche presentano moltissimi motivi di interesse, ma sono note soprattutto per il loro mimetismo batesiano nei confronti di api e vespe. Il mimetismo batesiano, per chi non lo sapesse, è l’equivalente biologico di film di The Asylum come Transmorphers e Atlantic Rim: vale a dire una copia, magari non perfetta ma a prima vista molto simile, di qualcosa di più riconoscibile e noto. Nel caso dei film di The Asylum si tratta di spacciarsi per un blockbuster fregando gli spettatori che si trovano a guardare qualcosa che può essere definito “film” solo con generose concessioni alla semantica; nel caso di organismi come i sirfidi si tratta di imitare animali pericolosi come le vespe per scoraggiare i predatori dall’attaccare quelle che in realtà sono gustose e indifese mosche.

Nell’equivalente afidico di un museo dell’Olocausto, ecco dall’alto a sinistra e in senso orario la coccinella Coccinella septempunctata, il sirfide Episyrphus balteatus e la crisopa Chrysoperla carnea (immagini Wikimedia Commons), che allo stadio larvale (e la coccinella anche da adulto) sono tutti voraci predatori di afidi. Nell’ultima immagine la vespa parassitoide Aphidius colemani (immagine http://www.freshplaza.it) colta con le mani nel sacco, o meglio con l’ovopositore nell’afide.
Proseguendo il nostro viaggio immaginario, ci troviamo di fronte a un gruppo di strani oggetti: steli allungati che partono dalla superficie di una foglia e terminano in una capsula oblunga. Si tratta di uova di Chrysoperla carnea, o crisopa: l’adulto è un insetto verde volante, la larva che sguscerà dalle uova a un’occhiata superficiale non è troppo diversa da una larva di coccinella. Il motivo per cui la crisopa depone le uova in cima a uno stelo è per proteggerle dal più grande nemico comune di tutti gli animali che abbiamo finora incontrato. Infatti sia le larve che gli adulti delle coccinelle e le larve predatrici dei sirfidi e delle crisope possono occasionalmente mangiarsi l’un l’altro o competere fra loro per la stessa risorsa alimentare, ma questa stessa risorsa è spesso protetta da feroci guardiani: le formiche. Sospendendo le uova al di sopra della superficie delle foglie, la crisopa le tiene lontane da questi insetti eusociali notoriamente pacifisti e tolleranti.
La risorsa per cui tutti questi variopinti artropodi se le danno di santa ragione, quella che sta al centro di questo piccolo universo su un cespuglio di rosa, è naturalmente costituita dagli afidi (Aphidoidea).
Tradimento
Bentornati al Volo del Dodo, il blog che segue la notte degli Oscar solo per vedere il balletto dei Lego. Il 13 Marzo siamo al Darwin Day di Parma, l’avvenimento annuale che è un po’ il Lucca Comics della biologia (insieme ad Entomodena) per noi italiani. Solo meno cosplayer e più insetti sociali.
Le 50 sfumature di banalità a cui Hollywood ci ha recentemente abituati colpiscono in maniera particolarmente dura il tradimento. La scena si svolge con poche variazioni sul tema: il/la protagonista (P) e il/la sua amico/a (A) sono compagni da per sempre e si vogliono pacchi di bene. All’improvviso P vince la competizione per il migliore castoro di cartapesta fatto con i gomiti e A, inquadrato di lato alla premiazione, si rode il fegato perché a quel tavolino in compensato messo in palio ci teneva. Alleandosi più o meno a lungo con il/la cattivo/a (C) di turno A cerca vendetta su P salvo cadere in preda a rimorsi di coscienza. Alla fine tutti sono amici di nuovo, A accetta il suo ruolo di eterno secondo e si va tutti a fare una mangiata di ciccioli sociale.
Sipario. Sono 8 euro e cinquanta grazie.
Siccome noi ci si è anche rotti le palle alla grande di ‘sta cosa usciamo dalla sala e ci rivolgiamo all’unico posto in grado di garantirci una tradimento fatto per il verso. Le risoluzioni ONU La Natura. Per trovare una associazione tra due specie diverse simile a quella che possiamo avere tra due amiconi non dobbiamo guardare lontano, ci basta cercare il termine mutualismo.
Le nuove frontiere dell’antispecismo
Salve, sono di nuovo io, il vostro Francesco Lami, che torna a scrivervi spinto dal desiderio di diffondere la conoscenza ma soprattutto dal capo che fa la voce grossa. Chi non ha mai avuto a che fare, o almeno sentito parlare, di quegli animalisti forse anche benintenzionati, ma di sicuro irritanti, che predicano il cosiddetto “antispecismo”? Bene, non c’entrano niente, e il titolo era solo un clickbait – che parlando di animalisti, mi sembra appropriato.

Il parassita più popolare del cinema è in realtà un parassitoide. Immagine http://www.tmag.it
Il mondo si divide in due categorie di persone: la prima è composta da quegli individui che, amando l’ordine e la pulizia, si liberano di tutto ciò che ritengono superfluo per massimizzare la loro efficienza. E poi ci sono quelli che, come me, non butterebbero via niente (perché non si sa mai che possa tornare utile in futuro) e si ritrovano la scrivania ricoperta del ciarpame più vario. I casi più gravi di solito vengono presi di mira dai canali di documentari americani , perché dopotutto è a questo che serve la divulgazione scientifica. Tornando a noi, forse sono proprio le persone con le scrivanie più disordinate quelle che si occupano di biologia della conservazione, perché in fondo il principio è lo stesso: è meglio conservare il maggior numero di specie possibili, non si sa mai che possano rivelarsi utili. E se sterminando questo muschio destabilizzassi l’intero bosco? E se la pelle di questa rana contenesse molecole utili in campo medico?
Esiste però un gruppo di organismi che viene generalmente ignorato e addirittura schifato e osteggiato anche dai conservazionisti: i parassiti. A parte poche eccezioni come la lotta biologica, questi organismi e i loro amici parassitoidi e patogeni non sembrano godere della nostra approvazione. Proprio come gli animalisti di Facebook predicano l’amore verso gli animali solo a patto che siano adorabili mammiferi domestici perché gli insetti fanno un po’ schifo, così anche i biologi si prodigano per salvare la biodiversità senza includere tutti quegli organismi che vivono alle spalle di altri.
L’ovario è mio e me lo gestisco io
Disclaimer: l’autore di questo articolo è scettico e prevenuto nei confronti dello studio che sta per tentare di esplicare. Ma nessun futuro (speriamo) scienziato vuole fare la figura di un Urbano VIII qualunque, quindi si manda giù il boccone amaro e si accettano i risultati dello studio. Finchè qualcuno che ne capisce meglio del sottoscritto per quanto riguarda la statistica e la metodologia non stroncherà il tutto. No dai, scherzo. Forse.
L’etologia è generalmente considerata come la scienza che studia il comportamento.
Ovviamente animale, direte voi: nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un Lorenz seguito da una fila di gerani o un Tinbergen studiare il comportamento nuziale e territoriale di una pianta grassa.
Perchè ovviamente le piante sono sessili, quantomeno la stragrande maggioranza di loro.
Per un animale, invece, un comportamento (o la modificazione di quest’ultimo) si manifesta soprattutto attraverso il movimento, sia esso lo spostarsi da un posto all’altro oppure semplicemente esibire un display . Ma se leggiamo il comportamento come risposta di un organismo a stimoli interni (all’animale) ed esterni (dall’ambiente), la storia cambia. Per anni ci sono stati studi su queste risposte da parte delle piante, ma prettamente a livello fisiologico: le interazioni tra piante e altri organismi, benchè comunissime (e fondamentali) in natura, non avevano mai portato a delle prove solide riguardo a veri e propri “comportamenti” di risposta causati da altri esseri viventi.
La Saga della Cantaridina
E’ un po’ che non si parla di entomologia in queste contrade, vero? In realtà no, è completamente falso, persino il mio collega si è recentemente addentrato nei misteri delle farfalle . E’comunque ora che il sottoscritto dott. Lami torni a fare quel che meglio sa fare, e cioè stuzzicare coleotteri tossici.
Prendiamo ad esempio il film Cosmopolis.
Disclaimer: non ho visto il film in questione né intendo farlo, visto che mi è stato riferito che è così noioso da indurre le persone al suicidio. Inoltre, la reazione tipica dell’uomo medio alla vista di Robert Pattinson è questa. Ciononostante, si presta bene come esempio, perché è il tipo di film che potrebbe attrarre nella stessa sala cinematografica persone molto diverse, che normalmente non incrocerebbero mai le loro strade.
Da una parte, è un film di David Croenenberg con pretese più o meno elevate, e come tale attrarrà cinefili e intellettuali che vorranno poi discutere degli aspetti di regia e sceneggiatura, del valore artistico e sociale dell’opera e tutte quelle robe lì. Dall’altra, il protagonista è il suddetto Pattinson, noto per essere l’uomo più brutto del mondo, ma desiderato da tutte le teen-ager del pianeta in virtù del fatto di aver interpretato quello che oggi si fa passare per “vampiro”; quindi in sala ci sarà anche un certo numero di quattordicenni per cui la sola presenza del loro eroe basta a qualificare questo film come The Twilight Saga: Cosmopolis.
Abbiamo dunque visto come lo stesso film abbia attratto persone molto differenti per ragioni molto differenti. Un fenomeno simile può accadere in ecologia. E’ ovvio che le specie che occupano la stessa nicchia ecologica abbiano le stesse esigenze in fatto di ambiente o cibo, ma cosa potrebbe invece fare andare in solluchero due animali completamente diversi come una mosca volante succhiasangue e un tranquillo aracnide masticatore di muffe del sottobosco?

A sinistra l’Oedemeridae Oedemera femorata, a destra il Meloidae Lytta nuttalli. Immagini Wikimedia Commons.
La risposta è “coleotteri”,come in molti casi difficili della vita di tutti noi. Due famiglie di coleotteri, per la precisione: Oedemeridae e Meloidae. C’è quindi qualcosa che accomuna questi due gruppi, anche se a prima vista non si direbbe. Lo stile di vita è infatti completamente diverso: se gli Oedemeridae (che mangiano legno da larve e polline e nettare da adulti) sono come i buoni vicini tradizionalisti e tranquilli che portano fuori la spazzatura e la domenica vanno a messa, i Meloidae fanno la figura dei deviati psicopatici che ammassano teste mozzate nel frigo. E visto che la gente adora le storie di psicopatici, spendiamo qualche parola su di loro prima di continuare.
Un gene per domarli
L’8 marzo è passato da poco e l’articolo di oggi, seppure in ritardo, vuole essere un omaggio al sesso che realmente detiene le redini del futuro di una specie. Dalla danza delle sule piediazzurri allo sfoggio di potenza degli elefanti marini, i maschi di ogni specie fanno a gara per entrare nelle grazie di una potenziale compagna perché i loro geni continuino a vivere. Noi esseri umani si è scelto di giocarcela a suon di mimose e, sebbene riconosca l’importanza della tradizione, ho optato per una scelta che non induca la mia allergia al polline a farmi diventare una maschera gonfia di lacrime e muco. Auguri.

L’idioma è quello di Mordor e non lo pronuncerò qui, ma nella lingua corrente si dice ” AAATGCGTAA…”. Immagine Wikimedia Commons
Sauron ha fatto anche cose buone.
Prima di lui la Terra di Mezzo era dominata da una élite elfica che, insieme ad una classe media umana, preferiva non curarsi della disoccupazione imperante tra orchi e goblin. Questi ultimi, non trovando adeguato impiego dopo anni di studi specialistici, preferivano sfogare la propria frustrazione dandosi a razzie organizzate alla bell’e meglio. Fu Sauron a fornire loro uno scopo, impiegandoli stabilmente nelle forze armate e fornendogli alloggio nella ridente località di Mordor. Almeno fino a quando la sua brutta abitudine di portare i gioielli sopra l’armatura non lo tradì.
Proprio come l’unico anello di Sauron, che controllava tutti gli altri, alcuni geni possono avere un ruolo dominante nella vita di un organismo.
Isole sulla terra e annidamento senza alcun nido
Salve, sempre il vostro Francesco Lami a salvare la situazione quando il boss è occupato . Il mio ultimo successo era fotosintetico ma non sintetico. Proviamo con qualcosa di più breve e leggero? Lol no, scherzavo, ma di certo l’argomento è molto diverso.
Invito le lettrici del gentil sesso a prepararsi spiritualmente e magari a rifarsi il trucco, perché sto per presentarvi un autentico Maschio della specie.
Questo notevole manzo è nient’altri che Edward Osborne Wilson, uno dei più importanti entomologi viventi – per la precisione un mirmecologo, cioè uno studioso di formiche. Vista la natura sociale di questi insetti, l’invenzione da parte di Wilson della disciplina della sociobiologia è stata naturale come l’invenzione della kryptonite da parte di scrittori alle corde che si erano resi conto che rendere il loro eroe invulnerabile avrebbe presto ammazzato la tensione narrativa.
Il vecchio Ed ha anche dato un notevole contributo alla conservazione e all’ecologia; in questo frangente, fondamentale è stata la formulazione, insieme all’oggi defunto collega Robert MacArthur, della teoria della biogeografia delle isole, che a Biologia insegnano in almeno 11 corsi diversi. Ma che cos’è, poi, un’isola?
L’Albero delle Termiti
Salve, sono Francesco Lami, forse vi ricorderete di me per guest posts come Un Insetto a Orologeria e Harmonia axyridis, ovvero come imparai a preoccuparmi e a temere la coccinella. Sono recentemente stato promosso a coautore del blog oltre che, apparentemente, a suo disegnatore ufficiale. Ottime notizie per tutti voi, perché se continua così la mia scalata al potere presto estrometterò del tutto il suo proprietario originale. Nel frattempo, eccovi un nuovo articolo.

Non si assomigliano molto, vero? E invece attenti, perché vi aspetta un colpo di scena che neanche nelle peggio soap operas. Immagini Wikimedia Commons.
Mi piace pensare che i miei interessi nel mondo della biologia siano relativamente diversificati. Ho una dignitosa collezione di fossili, me la cavicchio nell’identificazione delle più comuni piante locali, ero appassionato di erpetologia e, quando capita, mi diletto nel bird-watching, nello snorkeling e nella microscopia d’acqua dolce. Così mi ero detto: “Fra, vecchia quercia, hai già propinato ai lettori due articoli sugli insetti, questa volta parla di qualcosa di diverso”.
E invece niente, vi beccate un altro articolo sugli insetti.
D’altronde a chi gliene frega qualcosa di tigri e uccelli del paradiso quando si possono avere gli scarafaggi?
Un insetto a orologeria
Conoscere Francesco Lami vuol dire discutere, e spesso anche. I suoi gusti in materia cinematografica includono quasi sempre oscuri filmacci degli anni 90, oppure nuove e scintillanti pellicole dalla trama lunga quanto mezzo foglio A4. Nel caso dovessi postare un suo articolo senza prima averne parlato con lui per “smussarne gli angoli” verrei contattato, nel giro di 7 secondi, dalla polizia postale. Un giorno abbiamo discusso su quanto tempo fa fosse vissuto Dilophosaurus wetherilli. Aveva ragione lui. E ora, ogni giorno, pubblica sulla mia bacheca una diversa immagine della dannata bestia. Ma sto divagando, e tutto questo non vi impedirà di godervi il suo secondo guest post!
L’uomo e gli animali. La contrapposizione tanto inutile (l’uomo è solo una delle numerosissime specie di animali, non qualcosa di al di fuori da esse) quanto diffusa nella nostra cultura. Uno dei motivi che la alimentano è forse la straordinaria capacità dell’uomo di immaginare e creare una varietà infinita di macchine e strumenti, varietà che forse a molti sembra superare quella del mondo zoologico. Però, se da una parte abbiamo la mente più raffinata che l’evoluzione abbia creato, dall’altra abbiamo 4 miliardi di anni e un intero pianeta di continue mutazioni casuali e selezione naturale.
Il che non è da poco, visto che fra le altre cose hanno originato la mente di cui sopra.
E poi diciamocelo, il nostro intelletto è anche responsabile della creazione di Twilight e Episodio I. Non è una cosa di cui vantarsi. E quanto tempo avete passato oggi a cercare immagini di Grumpy Cat su internet? Appunto. Vergognatevi.
Il risultato comunque è che molte delle invenzioni umane in realtà già esistevano in una qualche forma biologica. Il mio eroe d’infanzia, il naturalista, scrittore e pioniere della conservazione Gerald Durrell, dedica un capitolo del suo libro Incontri con animali a elencare alcuni degli esempi più classici e noti, che vanno dalla generazione di elettricità nell’anguilla elettrica al sonar dei pipistrelli. In questi casi, ovviamente, esistono comunque delle differenze fra la macchina e l’animale: il risultato può essere lo stesso, ma il meccanismo col quale viene ottenuto è molto diverso. E’ più difficile immaginare un animale che imiti perfettamente il meccanismo di alcune invenzioni umane, anche qualcosa di semplice come viti, bulloni, ingranaggi e riviste pornografiche.
Harmonia axyridis, ovvero come imparai a preoccuparmi e a temere la coccinella

Harmonia axyridis è qui per farvi il più grande dei doni, e quel dono è il TOTALE ANNIENTAMENTO. Immagine Wikimedia Commons
Sono orgoglioso di poter ospitare il guest post di Francesco Lami, che non è assolutamente motivo di sollievo per me visto che il mio ultimo articolo non è ancora finito. Considerata la mia scarsa esperienza con tutto ciò che ha 6 zampe, mi ha fatto piacere vedere che Francesco mi è venuto incontro offrendosi di sopperire alle mie mancanze con la sua competenza insettologica. Tuttavia, se da un lato sono contento come chiunque altro di conoscere un entomologo, non posso che rimanere interdetto quando, al posto del cane, mi chiede di badare al suo Archispirostreptus gigas durante le vacanze. Basta, godetevi il post e noi ci vediamo tra qualche giorno con un nuovo articolo!
Di tutte le variopinte e multiformi minacce alla biodiversità che si trovano sul mercato, una delle più gravi (nonché più trascurate dal popolino degli envirohipster della domenica) è rappresentata dalle specie alloctone. Si tratta semplicemente di organismi originari di una determinata regione geografica che vengono introdotti, a causa dell’uomo, in una nuova area. Può trattarsi di introduzioni del tutto accidentali, come quella volta che i ratti invasero l’Australia. Oppure può trattarsi di animali e piante domestiche che sfuggono al controllo umano e si rinselvatichiscono, come quella volta che cani e capre invasero l’Australia. Oppure può trattarsi di introduzioni deliberate in habitat naturali, magari a scopo di lotta biologica, come quella volta che i rospi marini invasero l’Australia. In ogni caso, spesso e volentieri il nuovo arrivato crea tutta una serie di problemi che includono il competere o il mangiarsi i nativi, e una più generalizzata alterazione dell’ambiente che può ripercuotersi anche sulle attività umane.