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LUNGA VITA AL DODO

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That’s (not) all, Folks!

Lo sappiamo, è un bel po’ che non aggiorniamo questo blog. Al contrario della sua controparte reale, però, il nostro Dodo non si è estinto; anzi, in questi ultimi anni si è espanso su vari social in un vero e proprio Dodo Media Franchise, in attesa ovviamente di fondare il Dodo Cinematic Universe (DCM). Se vi sentite nostalgici potete rileggere qui i nostri vecchi articoli, ma se bramate nuovi contenuti al passo con le scoperte più moderne ci trovate su:

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Youtube (MOLTO sporadicamente)

Ci vediamo da quelle parti, e ricordate: la fitness di un organismo è direttamente proporzionale alla quantità di citazioni pop che conosce!

Il dio del sole

ResearchBlogging.orgSempre il vostro buon Francesco Lami per servirvi. Oggi, toilet humor.

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“That’s no moon…” …ma non è neanche il sole. Immagine http://www.dkfindout.com.

Salsicce, bistecche e polli arrosto. La carne è un po’ come la vittoria totale di Mad Max – Fury Road agli Oscar 2016: quasi tutti la danno per scontata e, se per caso venisse a mancare, molte persone pagherebbero con la vita. Tuttavia, anche se vegetariani e vegani non sono simpatici a tutti, l’idea di mangiare meno carne potrebbe non essere del tutto da buttare via – e lo dico pur non essendo vegetariano. Dal punto di vista ambientale, infatti, la produzione di carne presenta grossi svantaggi.

Il primo (importantissimo, ma su cui non mi soffermerò qui più di tanto) è che produrre carne comporta sprecare più risorse. Gli organismi infatti sono inefficienti nell’assorbire energia: solo una piccola parte dell’energia solare viene assorbita dalle piante, solo una parte dell’energia e biomassa delle piante viene assorbita dagli erbivori, e solo una parte della loro energia e biomassa viene assorbita dai predatori (quando parlo di energia parlo di joule, non del mistico spirito della vita stile Pocahontas). Visto che più si sale nella piramide trofica più energia si disperde, la conseguenza è che per produrre un quantitativo X di calorie in carne bisogna impiegare molta più terra coltivata e risorse di quelle che servirebbero a produrre uno stesso quantitativo X di calorie in biomassa vegetale. Questo è un argomento affascinante che richiederebbe un articolo a se, quindi passiamo al secondo, grosso problema della produzione di carne. Il secondo, grosso problema della produzione di carne è che le mucche scoreggiano.

Incredibilmente, questa non è una battuta. Tutta quella fermentazione nelle pance dei ruminanti produce un sacco di gas, e quel gas com’è noto deve uscire da qualche parte. Nella fattispecie, quel gas è metano, che come gas serra è di gran lunga più efficace della CO2 (anche se per fortuna tende a degradarsi molto più in fretta). Quando si pensa al riscaldamento globale vengono in mente automobili e ciminiere, ma anche il crescente allevamento fa la sua (notevole) parte, producendo oggi il 14,5% delle emissioni di gas serra (dati FAO). Oltre all’emissione diretta di gas dai deretani, anche gli escrementi animali lasciati poeticamente sui prati danno un contributo, rilasciando nel tempo metano e altri gas serra per azione dei batteri. Ed è qui che entra in gioco il nostro protagonista di oggi. Perché se sono le radiazioni solari “intrappolate” dai gas serra a causare il riscaldamento globale, allora è solo giusto che un piccolo aiuto potenziale ci venga da un antico dio del sole.

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