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La regina dei parassiti
La biologia non si occupa solo di specie coccolose. I cuccioli di foca e i leoncini non rappresentano che una minuscola percentuale delle specie animali che popolano il Pianeta, la maggioranza delle quali non può vantare un peluche costruito a propria immagine. Siccome sono più hipster (e gggiovane) di un articolo di Vice oggi vi toccherà ascoltarmi declamare le lodi delle bestie che nuotano, zampettano e strisciano dentro il corpo di altri organismi. Mettete via le spazzole per pony, oggi parliamo di parassiti.
La vita dentro un laghetto è molto più difficile di quanto possa sembrare.
Sotto il pelo dell’acqua pesci e invertebrati competono tra loro per ottenere alghe e pezzettini di cibo caduti sul fondo. L’arrivo di un predatore, come un uccello acquatico, causa un fuggi fuggi generale; chi non è abbastanza rapido finisce la sua vita nel buio di uno stomaco.
Polposo sììììììììììììììììììì.
Per anni queste forze, la predazione e la competizione per le risorse, sono state il fulcro principale delle maggiori teorie sviluppate in ecologia. Secondo questi studi la crescita di una popolazione di organismi è governata, principalmente, della disponibilità di cibo e della pressione predatoria.
Sebbene questi modelli siano corretti e rappresentino schematicamente una comunità, al puzzle manca qualcosa.
Quando un airone si apposta sugli argini del nostro laghetto, i pesci si spostano verso acque più profonde. Ma alcuni di loro continuano a mangiare e, addirittura, si avvicinano al pericolo. L’istinto suicida in questi individui non è causato dalla prospettiva di dover assistere al concerto del Primo Maggio, bensì da qualcosa che vive dentro di loro: un parassita.