Harmonia axyridis, ovvero come imparai a preoccuparmi e a temere la coccinella

Harmonia axyridis è qui per farvi il più grande dei doni, e quel dono è il TOTALE ANNIENTAMENTO. Immagine Wikimedia Commons
Sono orgoglioso di poter ospitare il guest post di Francesco Lami, che non è assolutamente motivo di sollievo per me visto che il mio ultimo articolo non è ancora finito. Considerata la mia scarsa esperienza con tutto ciò che ha 6 zampe, mi ha fatto piacere vedere che Francesco mi è venuto incontro offrendosi di sopperire alle mie mancanze con la sua competenza insettologica. Tuttavia, se da un lato sono contento come chiunque altro di conoscere un entomologo, non posso che rimanere interdetto quando, al posto del cane, mi chiede di badare al suo Archispirostreptus gigas durante le vacanze. Basta, godetevi il post e noi ci vediamo tra qualche giorno con un nuovo articolo!
Di tutte le variopinte e multiformi minacce alla biodiversità che si trovano sul mercato, una delle più gravi (nonché più trascurate dal popolino degli envirohipster della domenica) è rappresentata dalle specie alloctone. Si tratta semplicemente di organismi originari di una determinata regione geografica che vengono introdotti, a causa dell’uomo, in una nuova area. Può trattarsi di introduzioni del tutto accidentali, come quella volta che i ratti invasero l’Australia. Oppure può trattarsi di animali e piante domestiche che sfuggono al controllo umano e si rinselvatichiscono, come quella volta che cani e capre invasero l’Australia. Oppure può trattarsi di introduzioni deliberate in habitat naturali, magari a scopo di lotta biologica, come quella volta che i rospi marini invasero l’Australia. In ogni caso, spesso e volentieri il nuovo arrivato crea tutta una serie di problemi che includono il competere o il mangiarsi i nativi, e una più generalizzata alterazione dell’ambiente che può ripercuotersi anche sulle attività umane.

Essendo un processo in gran parte casuale, l’evoluzione non ha messaggi di fondo; se ne avesse uno, però, sarebbe questo. Immagine di Francesco Lami
Fra le specie invasive in Europa, negli ultimi anni è diventata particolarmente rilevante quella che ha anche più stile nel vestire: Harmonia axyridis (Pallas, 1773), la coccinella arlecchino asiatica.
E’ doverosa una premessa sulle coccinelle, in genere viste come materiale da biglietto di San Valentino: sono esseri dalle abitudini sgradevoli e depravate. Così depravate, in effetti, che alcune parti di questo articolo sono state censurate dal gestore FASCISTA di questo blog. In primo luogo, i loro colori vivaci sono una minaccia di tipo mafioso, che informa chiunque pensi di mangiarsele che avrà di che pentirsene a causa dell’alto contenuto di alcaloidi e altre sostanze repellenti nel loro sangue (o meglio emolinfa). Questa sorta di avvertimento multicolore nel mondo animale è detto colorazione aposematica, e permette ai predatori di ricordare meglio l’aspetto di creature dal sapore disgustoso, e quindi di evitarle. Parlando sempre di coccinelle, il loro sport nazionale è il cannibalismo, sia da larve che da adulti; e ovviamente, se papparsi il proprio fratello è considerato eticamente accettabile, a maggior ragione lo sarà mangiare individui di altre specie di coccinelle. Questo ultimo caso, non esclusivo delle coccinelle, è talmente importante da meritare una definizione in ecologia: intra-guild predation. Nella lingua dello stivale significa “la predazione di un animale da parte di un altro che si trova allo stesso livello nella piramide alimentare”. Tornando alle coccinelle, moltissime specie sono voraci predatori che attaccano qualsiasi cosa più piccola di loro; la loro predilezione per afidi, cocciniglie, acari e altri artropodi dannosi fa sì che vengano considerate insetti utili all’agricoltura, e che quindi vengano fatti sforzi per tutelare o infoltire le loro popolazioni. Ed è proprio nel quadro della lotta biologica che compare il nostro protagonista.
La storia di Harmonia axyridis nel nostro continente comincia negli anni ’70 e ’80; l’asiatico insetto fu individuato come particolarmente efficace nello sterminare afidi e compagnia bella, anche più efficace delle coccinelle nostrane. “Che figata, questo risolverà tutti i miei problemi” disse l’Europa “Dopo tutto, non vedo lati negativi nell’introdurre una specie esotica nel mio paese. Dico bene, Australia?” “Ahahah, certo, per noi ha funzionato a meraviglia!” rispose il Primo Ministro australiano, pochi secondi prima di essere divorato vivo da un’orda di rospi marini. Così la coccinella arlecchino venne scatenata da tutti; o meglio, non proprio da tutti. In una mossa di spiazzante buonsenso l’Italia, nota per prendere sempre e comunque le decisioni peggiori, specialmente in campo scientifico, si concesse l’uso di H. axyridis solo per un breve periodo negli anni ’90, e solo in ambienti chiusi e controllati come le serre, in modo da evitare fughe; l’uso venne poi addirittura interrotto per eliminare ogni rischio. Ancora sotto shock per questa inaspettata piega degli eventi, le Leggi dell’Universo decisero che comunque non l’avremmo fatta franca. E fu così che i primi esemplari di coccinella arlecchino vennero avvistati nel 2006 nell’area urbana di Torino, mentre chiedevano informazioni ai passanti su come raggiungere la nostra capitale e soggiogare i nostri leader, il che fra l’altro contribuirebbe a spiegare gran parte della scena politica recente.
Non è difficile immaginare che gli insetti siano riusciti a superare in qualche modo la barriera naturale delle Alpi, magari attaccandosi ad un paio di veicoli di passaggio. Dal Piemonte, le coccinelle invasive si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il Nord Italia, arrivando in Emilia Romagna nel 2008 e giungendo oggi fino alla ridente Toscana. Il loro numero cresce sempre di più e non è raro, nelle calde notti estive Bolognesi, vederle sciamare a decine contro lampade e lampioni.
Ma perché questa specie è così invasiva, e che problemi può causare?
In primo luogo, sono parecchio più grosse e voraci della maggior parte delle specie autoctone (nostrane), il che non guasta mai quando sulla lista delle cose da fare hai 1) Rubare il cibo alla concorrenza; 2) Rubare spazio alla concorrenza; 3) Mangiare la concorrenza. Ovviamente l’arrivo di una specie nuova in un ambiente non significa automaticamente che ci saranno ricadute negative sulle specie simili, ma è indubbio che H. axyridis si è diffusa con una velocità allarmante, e alcuni esperimenti di laboratorio sembrano dimostrare che effettivamente in situazioni di intra-guild predation la coccinella asiatica ha la meglio su quelle native. Oltre alla forza bruta e al numero, però, questo essere deviato ha dalla sua anche alcuni gadget bizzarri stile James Bond.
E’ facile notare che, in una manciata di H. axyridis, difficilmente ne troverete due uguali.

I colori vivaci sono un modo di dire al mondo “LOL, prova a mangiarmi e poi vediamo chi ride”. Immagine Wikimedia Commons
Esistono 4 principali modelli, o fenotipi, di questo animale, che vengono determinati geneticamente. Il più comune, la cosiddetta forma succinea, presenta a sua volta un’ampia gamma di fenotipi diversi, che vanno da elitre (le ali anteriori sclerificate dei coleotteri, le strutture con sopra i puntini) rosse con 19 macchie grandi e scure, a elitre gialle prive di macchie, passando per tutte le combinazioni intermedie. Queste ultime forme, invece, NON vengono determinate geneticamente, ma sono dovute a un fenomeno chiamato plasticità fenotipica, per cui le condizioni ambientali influenzano direttamente l’espressione dei geni dell’individuo. In pratica, tutte le succinee hanno nel DNA lo stesso programma, ma questo programma funzionerà diversamente a seconda dell’ambiente. Per la precisione, più è alta la temperatura durante lo sviluppo dell’animale, minore sarà il numero e la dimensione delle macchie, e viceversa. Ma perché? Il motivo è la termoregolazione. Come qualsiasi idiota che si veste di nero in un’assolata giornata estiva avrà notato, il nero assorbe tutta la radiazione luminosa disponibile, surriscaldandosi molto in fretta. Questo significa che in ambienti freddi le coccinelle più nere si riscalderanno più efficacemente e velocemente, mentre in climi caldi le più chiare avranno un minor rischio di surriscaldamento.
Il che sostanzialmente aggiunge tutta una nuova dimensione al razzismo nel mondo delle coccinelle.
Ma non finisce qui, perché H. axyridis è talmente senza dio che se ne frega della Convenzione di Ginevra e ricorre ad armi biologiche sui suoi nemici. Per cominciare la bestia ha un sistema immunitario molto più efficace e più resistente alle infezioni rispetto a quello delle coccinelle locali, grazie a un notevole repertorio di peptidi antimicrobici. Inoltre, l’emolinfa della coccinella arlecchino contiene una ricca popolazione di spore di agenti patogeni fungini noti complessivamente come Microsporidia, esseri unicellulari che hanno l’abitudine di germinare dentro le viscere degli animali e infestare l’interno delle loro cellule. L’emolinfa di H. axyridis impedisce a queste spore di germinare e diventare pericolose; peccato che l’emolinfa di altre coccinelle, come la classica coccinella dai sette punti (Coccinella septempunctata), non abbia queste proprietà. Quindi, se per esempio a una coccinella autoctona viene la bella idea di vendicarsi per tutte le volte che H. axyridis le ha divorato le uova e le larve, e decide di divorarle le uova e le larve a sua volta, c’è il rischio che si becchi una letale infezione da microsporidi e si riunisca alla Grande Coccinella Celeste. Le Harmonia axyridis, in sostanza, sono calate sull’Europa come tanti piccoli e variopinti Cortez, portando morte e malattie fra i nativi.

“NOW I AM BECOME DEATH, THE DESTROYER OF WORLDS” – cit. J. R. Oppenheimer. Ma anche il nuovo trailer di Godzilla. Immagini modificate da wikimedia Commons
Oltre a minacciare la biodiversità dei Coccinellidi, con tutti i rischi che la perdita di biodiversità comporta e che non c’è spazio per discutere qui, Harmonia axyridis crea qualche altro problema all’uomo anche in maniera più diretta. Le coccinelle, in momenti in cui il clima è sfavorevole, amano riunirsi in massa in posti riparati ed entrare in uno stato letargico in cui rallentano il metabolismo per sopravvivere fino a tempi migliori. Il fenomeno si chiama estivazione o svernamento a seconda del periodo in cui avviene. Come un testimone di Geova, H. axyridis viene molto spesso attratta dalle abitazioni umane nel momento di svernare/estivare. Il problema è che se l’animale viene disturbato (cosa facile visto che spesso si ammassano vicino a porte e finestre) si difende rilasciando dalle articolazioni la sua emolinfa tossica contenente alcaloidi e altre sostanze repellenti, che possono causare reazioni allergiche nell’uomo. Il fenomeno è detto autoemorrea, ed è un po’ come se voi schizzaste sangue dai gomiti ogni volta che qualcuno vi sveglia di soprassalto, che è un’immagine mentale abbastanza inquietante per dirla tutta. Se poi l’estivazione è avvenuta in un vigneto, può succedere che la bestia vada in autoemorrea in qualche momento durante la produzione del vino, guastandolo irrimediabilmente. Quest’ultima frase ha probabilmente causato ruggiti d’indignazione e l’organizzazione di spedizioni di linciaggio, laddove la triste sorte delle coccinelle autoctone non aveva ispirato alcuna compassione.
FONTI
- BURGIO G., SANTI F., MAINI S., 2005. Intra-guild predation and cannibalism between Harmonia axyridis and Adalia bipunctata adults and larvae: laboratory experiments. Bulletin of Insectology 58 (2): 135-140
- BURGIO G., SANTI F., LANZONI A., MASETTI A., DE LUIGI V., MELANDRI M., REGGIANI A., RICCI C., LOOMANS A. J. M., MAINI S., 2008. Harmonia axyridis recordings in northern Italy. Bulletin of Insectology 61 (2): 361-364
- HODEK I., HONEK A., HELMUT F., 2012 – Ecology and Behaviour of Ladybird Beetles (Coccinellidae). Wiley-Blackwell
- MICHIE L. J., MALLARD F., MAJERUS M. E. N., JIGGINS F. M., 2010. Melanic through nature or nurture: genetic polymorphism and phenotypic plasticity in Harmonia axyridis. Journal of Evolutionary Biology 23(8): 1699 – 1707
- MICHIE L. J., MASSON A., WARE R. L., JIGGINS F. M., 2011. Seasonal phenotypic plasticity: wild ladybirds are darker at cold temperatures. Evolutionary Ecology 25: 1259 – 1268
- SCHMIDTBERG, H., RÖHRICH, C., VOGEL, H., VILCINSKAS, A. (2013). A switch from constitutive chemical defense to inducible innate immune responses in the invasive ladybird Harmonia axyridis. Biology Letters 9: 20130006.
- VILCINSKAS, A., STOECKER, K., SCHMIDTBERG, H., RÖHRICH, C., VOGEL, H. Invasive harlequin ladybird carries biological weapons against native competitors. SCIENCE. May 17, 2013. DOI: 10.1126/science.1234032
Molto bravi colleghi, mi commuovete e allo stesso tempo vorrei sapere tutte queste cose! STIMA!
Grazie per l’articolo molto informativo! Posso approfittarne del tema per rivolgervi una domanda? COME DIAVOLO SI UCCIDONO? Ho la camera infestata da questi piccoli mostri! Per quanti ne uccida, ne appaiono il doppio dopo poco! Solo esclusivamente in questa stanza, il resto della casa è ok… HELP!!
Ciao Andrea, purtroppo non saprei come aiutarti. L’insetticida sarebbe inutile (oltre che probabilmente dannoso per te), visto che questi animali non hanno certo una colonia in casa tua, ma vengono da fuori ed entrano continuamente nella stanza solo per cercare rifugio temporaneo. L’unica soluzione è tentare di scoprire da dove entrano e sigillare il passaggio. Spero di esserti stato utile.