Le nuove frontiere dell’antispecismo
Salve, sono di nuovo io, il vostro Francesco Lami, che torna a scrivervi spinto dal desiderio di diffondere la conoscenza ma soprattutto dal capo che fa la voce grossa. Chi non ha mai avuto a che fare, o almeno sentito parlare, di quegli animalisti forse anche benintenzionati, ma di sicuro irritanti, che predicano il cosiddetto “antispecismo”? Bene, non c’entrano niente, e il titolo era solo un clickbait – che parlando di animalisti, mi sembra appropriato.

Il parassita più popolare del cinema è in realtà un parassitoide. Immagine http://www.tmag.it
Il mondo si divide in due categorie di persone: la prima è composta da quegli individui che, amando l’ordine e la pulizia, si liberano di tutto ciò che ritengono superfluo per massimizzare la loro efficienza. E poi ci sono quelli che, come me, non butterebbero via niente (perché non si sa mai che possa tornare utile in futuro) e si ritrovano la scrivania ricoperta del ciarpame più vario. I casi più gravi di solito vengono presi di mira dai canali di documentari americani , perché dopotutto è a questo che serve la divulgazione scientifica. Tornando a noi, forse sono proprio le persone con le scrivanie più disordinate quelle che si occupano di biologia della conservazione, perché in fondo il principio è lo stesso: è meglio conservare il maggior numero di specie possibili, non si sa mai che possano rivelarsi utili. E se sterminando questo muschio destabilizzassi l’intero bosco? E se la pelle di questa rana contenesse molecole utili in campo medico?
Esiste però un gruppo di organismi che viene generalmente ignorato e addirittura schifato e osteggiato anche dai conservazionisti: i parassiti. A parte poche eccezioni come la lotta biologica, questi organismi e i loro amici parassitoidi e patogeni non sembrano godere della nostra approvazione. Proprio come gli animalisti di Facebook predicano l’amore verso gli animali solo a patto che siano adorabili mammiferi domestici perché gli insetti fanno un po’ schifo, così anche i biologi si prodigano per salvare la biodiversità senza includere tutti quegli organismi che vivono alle spalle di altri.