Alien(i) contro Predator(i)

E anche questa volta ce la si fa per il rotto della cuffia! Bentornati agli articoli che dovrebbero essere di mille parole ma che le superano abbondantemente perché ho dei grossi problemi di sintesi. È una cosa di cui parlo spesso a Peter Jackson.

Così freddo... così alieno. Immagine Wikimedia Commons

Così freddo… così alieno. Immagine Wikimedia Commons

-Guarda mamma, le prende dalla mano!-.

La bambina non può avere più di 6/7 anni e il piumino la fa assomigliare ad un piccolo uovo di pasqua verde pistacchio mentre, in ginocchio, allunga una mano arrossata dal freddo. Pochi secondi più tardi un animaletto le si avvicina furtivo e, con un movimento rapido, afferra il pezzetto di muffin ai mirtilli offerto. La bambina ride e chiede alla mamma altro dolce, ignara del fatto che dietro a quel tenero musetto da mangiatore di ghiande si nasconde, in realtà, una delle 100 specie aliene più invasive al mondo.

Lo scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis) è talmente comune nel Regno Unito da essere considerato oramai una visione familiare. Originari della parte nordorientale degli Stati Uniti, questi roditori sono stati introdotti nel XX secolo in buona parte dell’Inghilterra ,del Galles e dell’Irlanda. In Italia i primi scoiattoli grigi sono arrivati nel 1948, sotto forma di due coppie donate da un ambasciatore statunitense quando ancora esportare la democrazia non era mainstream. Dopo essere rimasti a Torino per un po’ i roditori hanno fatto l’impensabile per una specie invasiva: sono fuggite. I loro discendenti popolano oggi i boschi di alcune regioni del nord Italia come la Lombardia, il Piemonte e la Liguria.

Sciurus vulgaris è ancora visibile in Italia. Lo so perché durante le mie scarpinate da disadattato della domenica mattina mi fermo spesso a irridere questo roditore per le orecchie pelose. Immagine Billy Lindblom

Giuro, quelle orecchiette pelose sono davvero il meglio. Immagine Billy Lindblom

Tuttavia, sia in Italia che nel Regno Unito gli scoiattoli c’erano già. Lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris) è un roditore dalla pelliccia folta e dall’andatura saltellante. Sebbene nel Bel Paese sia ancora possibile trovare questa specie durante le passeggiate domenicali nel bosco, nella terra di Albione la situazione non è così rosea e lo scoiattolo rosso è oramai raro in buona parte dell’Inghilterra.

Principalmente per colpa degli scoiattoli grigi.

No, non voglio che questo post venga bollato come zoologico-leghista (“Prima gli scoiattoli italiani” “I grigi vengono qui per arrrubbarci le ghiandeee !!1!1”) per cui lasciatemi spiegare.

Entrambi gli scoiattoli mangiano più o meno le stesse cose tra cui semi, ghiande, nocciole, bacche e qualche fungo. Ora, quando due organismi consumano lo stesso tipo di risorse, che non sono illimitate, si vengono a creare le condizioni per una competizione tra specie. Tuttavia i due potenziali avversari possono arrivare a coesistere nello stesso ambiente, concentrandosi sull’utilizzo della “fetta” di risorse meno contesa oppure trovando modi unici per impiegare quelle alla portata di tutti.

Poniamo che sia a me che a voi piaccia la cioccolata ma che i miei denti, visti gli anni passati a mangiare schifezze a base di compensato provenienti dai distributori universitari, non riescano a scalfire quella a quadrettoni grandi. Per evitare di competere voi vi evolverete in modo da sfruttare al meglio il Novibloc e similari, lasciandomi la cioccolata mezza-sciolta non ambita da nessuno in possesso delle piene facoltà mentali. In questo modo, pur utilizzando la stessa risorsa, abbiamo trovato un modo per non competere.

La divisione delle nicchie però non è un fenomeno immediato e richiede tempo per permettere alle due specie di coevolvere. Gli invasori invece vengono a trovarsi in un nuovo ambiente che si è evoluto senza di loro, creando i presupposti perfetti per una competizione con le specie locali.

Come nel caso dei nostri due scoiattoli.

Lo scoiattolo grigio è un competitore nettamente superiore. Essendo un animale generalista, il roditore nordamericano può, se la situazione lo richiede, consumare una gamma di cibo più vasta rispetto al suo cugino rosso, che è costretto ad accontentarsi di ciò che rimane. Non solo gli avanzi non saranno particolarmente appetibili ma ne rimarrà anche un numero esiguo, visto che S.carolinensis mangia come un bufalo. Nelle zone dove entrambe le specie coesistono è stato osservato un calo nel numero dei nuovi nati di scoiattolo rosso, principalmente a causa della ridotta disponibilità di cibo.

Ecco, tipo, dare da mangiare a una specie invasiva NON la farà andare via. Immagine Robert Engberg

Ecco, tipo, dare da mangiare a una specie invasiva NON la farà andare via. Immagine Robert Engberg

Ma le malvagità perpetrate del grigio immigrato non si fermano qui.

S.carolinensis è portatore sano di un virus appartenente (probabilmente) al genere dei Parapoxvirus e chiamato squirrel pox virus (SQPV). Il virus, totalmente innocuo per i roditori nordamericani, è devastante per gli scoiattoli rossi. Dopo aver provocato i tipici sintomi da “visione di Angry Games” (ulcera cutanea, lesioni, croste nei pressi di occhi,naso e bocca) il virus uccide lo scoiattolo infetto nel giro di 4-5 giorni. Fortunatamente l’SQPV non è ancora stato riscontrato in Italia, ma in Inghilterra , Irlanda e Galles è una realtà con cui gli scoiattoli comuni devono fare i conti.

Lo scoiattolo grigio è anche notevolmente dannoso per i boschi in generale, vista la sua passione smodata per lo scortecciamento di alberi giovani. Questa azione, apparentemente innocua, mette seriamente a rischio le piante rendendole più suscettibili ad attacchi di parassiti e insetti.

Lo scenario che ho dipinto fino ad ora è particolarmente grigio (ha ha!) possibile che non esista modo di arginare l’invasione di queste tenere macchine di morte?

In Irlanda, dove lo scoiattolo grigio è giunto nel 1911, giravano da qualche tempo alcune voci. Nelle regioni del centro-nord, le cosiddette midlands, le popolazioni del roditore parevano diminuite notevolmente di numero. Questa notizia, unita a quella di ritorno nelle aree degli scoiattoli rossi, aveva lasciato interdetti gli ecologi: sarebbe la prima volta che una popolazione di scoiattolo grigio diminuisce a causa di un fattore non controllato dall’uomo.

Il responsabile sembrava essere un animale schivo, cacciato a lungo per la sua pelliccia e vittima del disboscamento selvaggio: la martora.

Lui rimorchia più di voi. Chiunque voi siate. Immagine travelling Steve

Lui rimorchia più di voi. Chiunque voi siate. Immagine travelling Steve

La martora (Martes martes) appartiene alla famiglia dei mustelidi e, per me, rappresenta perfettamente un organismo che ha vinto la lotteria dell’evoluzione. Non accontentandosi di essere un abilissimo predatore sia a terra che tra le chiome degli alberi, questo animale  mette fuori uso i freni delle auto masticandoli e attacca giocatori di calcio troppo inclini al contatto fisico. Come se tutto ciò non bastasse, la martora è bella quanto una divinità pagana.

Tornando ai nostri scoiattoli la martora adora sgranocchiarli, anche se preferisce di gran lunga S.carolinensis che può arrivare a rappresentare il 15% della sua dieta. Ma può bastare questo per impedire ad un organismo alloctono così efficiente di sopravvivere? Può essere davvero valida per lo scoiattolo rosso la regola del primo AVP?

Il nemico del mio nemico è mio amico

Fortunatamente non dovremo assistere ad un’altra brillante performance di Raoul Bova per scoprirlo.

Con una azione combinata di studi sul campo e citizen science, Emma Sheehy e Colin Lawton della National University of Ireland hanno raccolto tutte le osservazioni attendibili riguardanti la presenza di martore, scoiattoli grigi e rossi in Irlanda. Servendosi di tubi di plastica ricoperti di adesivo collocati nelle aree incriminate, i due autori hanno cercato di ottenere qualche ciuffo di peli degli animali che vi sarebbero passati, in modo da identificarli con certezza.

Le due fonti di dati hanno fornito la conferma. Là dove caccia la martora il numero di scoiattoli grigi è decisamente diminuito, in favore di una ripresa degli scoiattoli rossi.

Quindi, problema risolto? Inondiamo tutta l’Europa con ganzissimi carnivori parenti di wolverine?

Non proprio

Immagine modificata da Travelling Steve

Immagine modificata da Travelling Steve

La martora non se la passa proprio benissimo. Nel Regno Unito solo la Scozia possiede una popolazione sufficiente per poter sperare nell’aiuto di questo predatore contro l’invasione. L’Inghilterra e il Galles, invece, scontano l’aver cacciato per anni questo mustelide e averne distrutto l’habitat. E in Italia? In Piemonte, dove la copertura boschiva ha permesso la riproduzione degli scoiattoli grigi, il numero di martore è estremamente basso. Forse potremmo sperare in un aiuto da parte dei mustelidi francesi e svizzeri, ma la situazione non sembra fantastica.

Per quello che riguarda lo scoiattolo grigio, lui è in piena forma. Le popolazioni dell’Irlanda dell’est se la godono e non accennano a voler smettere di colonizzare nuovi territori, inclusi quelli del sud ancora relativamente al sicuro. La preoccupazione per il resto dell’Europa viene dall’Italia. Se le popolazioni di scoiattolo grigio dello stivale non verranno contenute, il peloso problema potrebbe valicare tranquillamente i nostri confini verso la Francia o la Svizzera.

E allora sì che gli alieni verranno fuori dalle fottute pareti.

FONTI

  • Sheehy, E., & Lawton, C. (2014). Population crash in an invasive species following the recovery of a native predator: the case of the American grey squirrel and the European pine marten in Ireland. Biodiversity and Conservation.
  • Gurnell, J., Wauters, L. a., Lurz, P. W. W., & Tosi, G. (2004). Alien species and interspecific competition: effects of introduced eastern grey squirrels on red squirrel population dynamics. Journal of Animal Ecology, 73(1), 26–35

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