I.S.T.RICE. #1

Benvenuti a I.S.T.RICE (Interviste Semiserie e Tendenziose a RICErcatori) il nuovo e altamente irregolare appuntamento del blog. Questa breve rubrica si pone come obiettivo quello di farvi conoscere i soggetti che stanno dietro ad una pipetta /quadrato/strumento di tortura per Drosophila. Se siete uno dei poveri Cristi in questione (dottorandi/tesisti magistrali/Postdoc) mandatemi una mail che tanto sono 8 domande, mica vi chiedo un rene. Bando alle ciance e lasciatemi dire che conobbi Guido durante un corso di etologia, più o meno legittimo, organizzato dall’Università di Bologna. Essendo uno dei pochi non traumatizzati al termine dell’esperienza, Guido ha continuato la sua carriera nello studio del comportamento animale ed è finito a studiare una delle bestie più belle del mondo.

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Nome e cognome.

Guido De Filippo. Questo è il nome ufficiale, ma sono uno dei pochi uomini sulla terra ad avere anche un cognome da ragazza, Flocco. E’ quello che uso all’estero dove sono “G. Flocco” che è semplice da pronunciare e ricorda vagamente flock -> stormo di uccelli.

Dove hai studiato (triennale/magistrale) e dove sei ora?

Ho studiato Biologia a Napoli, dove pagavo l’affitto ai miei genitori lavorando come collaboratore domestico. Anche se credo che l’espressione politicamente corretta oggigiorno sia schiavo. Mi vanto di essere stato il primo studente in assoluto ad aver conseguito la nuovissima Magistrale a Bologna in Evoluzione e Biodiversità. Qui vendevo il mio corpo a studenti erasmus spagnoli, che prima di usarlo, mi mettevano a mollo nella sangria. Ho avuto poi la fortuna di vincere due borse di studio che mi hanno permesso di fare un internato nel Centre for Research in Animal Behavior (il cui acronimo è “granchio” in inglese) dell’Università di Exeter in UK (acronimo che ricorda come mia nonna pronuncia Hulk).

Cominciamo con le cose interessanti, qual è l’oggetto della tua ricerca? (Alla terza e alla quarta domanda puoi rispondere insieme se preferisci)

Ma anche no. Per nulla al mondo mi perderei l’espressione sulla faccia della gente quando dico che “Studio i corvi”! E’ una cosa interessantissima: l’espressione intendo. E’ come sorpresa, un po’ sbeffeggiante, credo ci sia anche un po’ di bestemmia nella ricetta. Come quando una ragazza dice che non vuole farsi ingrandire il seno perchè è contenta del suo corpo… andiamo… the bigger the better!!!

Sei interessato a testare una ipotesi in particolare?

Sì. Per essere pagato ho dovuto accettare di imbarcarmi in una ricerca molto ambiziosa, probabilmente toppo. I corvi della Nuova Caledonia sono tra gli animali più intelligenti del pianeta. Una delle caratteristiche che si pensava distinguesse l’uomo dalle bestie era la sua capacità di creare manufatti, utilizzare strumenti. Ma le formiche leone lanciano sassi, i pesci arciere sputano acqua, gli avvoltoi egiziani lanciano sassi per rompere ossa (ben diverso dal lanciare ossa sui sassi che non è considerato “tool use” che è l’espressione inglese). E tra i mammiferi abbiamo i delfini che si proteggono il rostro con una spugna mentre scandagliano i fondali, ed ovviamente i primati! Chi non ha mai visto uno scimpanzè aprire una noce con un sistema martello-incudine di sassi? Od estrarre insetti da un termitaio con i bastoncini? Ecco! Tra gli uccelli (o rettili, perchè mi piace considerarli neri dinosauri) ci sono i corvi della NC che portano il Tool Use a tutte altre vette. Perchè non solo utilizzano strumenti, ma li modificano in modi drastici. Scolpiscono col becco mini uncini all’estremità dei rametti per estrarre grasse larve dai tronchi, od adoperano le estremità uncinate delle foglie di pandanus, tagliandole in un modo che evidenzia la loro unica gerarchia di ragionamento e capacità di premeditare. Sono andato un po’ lungo con la premessa, comunque la mia ricerca di dottorato pretenziosamente si propone di trovare differenze cognitive (in meccanismi di apprendimento, memoria, abilità “manuali”, capacità di risolvere problemi) nelle varie popolazioni di corvi della NC. Infatti, cambiando l’habitat cambia l’alimentazione ed abbiamo quelli che rompono i gusci delle lumache, quelli che spaccano noci, quelli che estraggono vermi con i bastoncini semplici, quelli che usano gli uncini, quelli che pescano i granchi quando mutano. Ed abbinato c’è il progetto di trovare la porzione di DNA legata ad i loro particolari comportamenti. Stiamo sequenziando i genomi di diversi individui (non vi dico quanto e’ simpatico tirare il sangue ad un uccello nero) (che suona razzista, ma è simpatico comunque) per trovare differenze intra specie, ed ovviamente il tutto sarà inserito in un mega albero filogenetico dei corvidi, includendo parenti vicini e lontani per scoprire quando la necessità di utilizzare oggetti esterni si sia fatta necessaria e magari gettare luce sull’evoluzione umana: è nato prima l’uovo od il corvo? si è sviluppato prima il cervello o la capacità di manipolare il mondo? Se volete uno spoiler in anteprima, le zone cerebrali che si attivano creando manufatti sono le stesse del linguaggio, quindi probabilmente socialità e comunicazione sono state alla base dell’intero processo.

A rischio di sembrare populisti, perché sei andato all’estero?

Sono andato all’estero perché lavorando come genetista a Napoli, vivevo troppo vicino ai miei, e sono ingrassato 30kg in un anno! Così mi sono trasferito dall’altra parte del pianeta, Nuova Zelanda, sperando che le 45 ore di volo e le 12 ore di fuso orario potessero far perdere tracce di me. Ovviamente ci sono anche motivi più futili: in Italia nessuno ha offerto soldi per le mie competenze, i posti di dottorato o lavoro si vincono (ereditano) in modi discutibili, in generale i fondi per la ricerca scarseggiano, e non abbiamo molto la filosofia dello studio del comportamento animale. Scommetto che vi sto mandando in tilt il cervello con tutte queste rivelazioni. Poi a me piace viaggiare, fare lavoro di campo, ed essere stimolato da personaggi appassionati e competenti e questo nella nostra penisola sta diventando davvero improbabile. L’Italia era terra di arte, cultura e cibo. Adesso ci vedono per la politica ridicola, i problemi di immondizia ed ovviamente la mafia.

Visto che quando si parla di ricerca al pubblico sembra sempre che tutto sia una pacchia, puoi raccontarci una delle esperienze più difficili/frustranti che ti sono capitate?

La ricerca è ostica per tantissimi aspetti. Primo devi essere abbastanza geniale da proporre un’idea valida, sapere come portarla avanti e convincere qualcuno dell’utilità di quello che farai. Secondo devi trovare finanziamenti, utilizzarli al meglio e riuscire anche a viverci. Terzo devi EFFETTIVAMENTE avere a che fare con la ricerca…testare, fare nottate al microscopio, sacrificare la socialità, scontrarti con risultati noiosi, ripetere tutto all’infinito, sbagliare, ricominciare, nutrirti solo di noodles. Nel mio caso ci sono anche mesi e mesi di campeggio ed osservazione nella giungla. Che se all’inizio ti senti Indiana Jones, col coltellino svizzero, il cappello e gli scarponi a fare le docce sotto le cascate, dopo un trimestre degeneri in Tom Hanks in Cast Away. Non perchè diventi biondo e magro, ma perchè impazzisci ed inizi a disegnare facce su oggetti inanimati per sentirti meno solo. Ho divorziato due volte dallo stesso albero.

Siccome il blog fa della cultura pop la sua bandiera, puoi dirci se hai un personaggio di un fumetto/film/libro che ha influenzato la tua vita o la tua sanità mentale?

Be’ per restare in tema, direi che credere negli Ent (i guardiani di alberi de Il Signore degli Anelli), aiuta quando tutto quello che ti circonda è verde e non ricordi più il suono della tua voce. Da darwinista sono immoralmente appassionato agli x-men ed ancora cerco di scoprire il mio potere, tendendo le mani e sperando di essere anch’io l’anello successivo della catena evolutiva. Un libro che mi ha segnato è sicuramente l’Anello di Re Salomone che parla dell’etologia ed uno dei primi tentativi di vedere qualcosa di diverso negli animali.
Se vi è sfuggito ho un’ossessione per gli anelli, il mio attuale portachiavi è una zampa di gazza ladra con le fascette da inanellatore che utilizzo per riconoscere gli uccelli.

Hai un contatto che vuoi lasciare per farti stalkerare?

Odio visceralmente i social network, anche se è innegabile la loro utilità. Non rispondo al telefono, e mi piace ignorare le e-mail. Avevo un blog, ma poi hanno chiuso msn. Generalmente parlo solo con chi conosco, ma ho un gruppo FB dove condivido articoli sul comportamento animale o più spesso gif animate, credo basti cercare Ethology, e se fate richiesta accetto basandomi sull’immagine profilo.

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