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Vedere con le orecchie

ResearchBlogging.orgBentornati al volo del Dodo, il blog a cui le impugnature laser non danno fastidio e che è contento del nuovo proprietario dell’Occhio di Agamotto. Siete pronti? Avete addosso una camicia con un motivo accettabile anche da persone con un cromosoma diverso dal vostro? E allora daje che il post di oggi vi fornisce anche ½ CFU di storia e la capacità di battere Matt Murdock.

Pteropus giganteus, una volpe volante. Immagini Wikimedia Commons

Pteropus giganteus, una volpe volante. Immagini Wikimedia Commons

Prima della Rivoluzione Francese, il 1700 era un secolo abbastanza noioso. Non che decapitare gente fosse proprio il massimo, però almeno offriva una papabile alternativa alla solita routine campo-famiglia-morte di vaiolo. E poi si cantava tutti insieme e c’era Russell Crowe che inseguiva Wolverine per un pezzo di pane.

No, non era quella la rivoluzione francese.

Sì, intendo comunque ricordarmela così.

Tornando a noi, a metà del XVIII secolo qualcuno a Padova era talmente annoiato da passare il tempo mettendo cera nelle orecchie dei pipistrelli: quel qualcuno era Lazzaro Spallanzani. Lazzaro Spallanzani era uno studioso figlio del suo tempo e, come Darwin e Mendel, coniugava interessi diversi nella sua professione. Prete-biologo (+1 contro bestie selvatiche e chierichetti), Spallanzani fece ricerca in aree molto diverse e scoprì, per esempio, che bollire un alimento e poi sigillarlo fermava la formazione di muffe sulla sua superficie. Ora a noi questa sembra una cosa da fiera delle ovvietà, ma questa ricerca gettò le basi per screditare l’idea molto diffusa della generazione spontanea. Spallanzani è anche giustamente famoso per un altro esperimento.

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